L’India è un Paese ricco di spiritualità, filosofia e religione. Tra tutte, Shiva è una delle divinità più importanti per il popolo indiano. Il Signore Shiva è anche conosciuto come Nilkanth – colui che ha la gola blu – poiché ha trattenuto il veleno (Visha) del più feroce Re Cobra sul fiume Ganga. Questo fiume è noto per le sue lampade a olio che galleggiano nell’acqua o che di notte sono allineate lungo i gradini dei ghat.

Sulla riva sinistra del fiume Ganga si trova Varanasi, uno dei principali luoghi di pellegrinaggio dell’India. Varanasi, chiamata anche Kashi (Kashi significa Pilastro di luce), ospita il Kashi Vishwanath Mandir che, insieme al suo quartiere, fa parte dell’ampio progetto di riqualificazione denominato Vishwanath Dham.

Atelier Lights è stata incaricata da HCP Architects di sviluppare il progetto di illuminazione architettonica.

L’idea che ne è scaturita è stata quella di unire bellezza e spiritualità.

Per le facciate dei santuari fu scelto il colore ambra, ma combinato con il blu, creando il Nilamber. Il risultato fu che gli edifici cambiano colore in base alla loro importanza: i più piccoli furono colorati d’ambra, i più grandi di blu, creando un’onda dall’ambra al blu (da qui il nome Nilamber).

Per quanto riguarda i ghat, sono stati restaurati e le nicchie formate sono state illuminate per ricordare la fiamma delle lanterne.

Spacecannon è stata coinvolta in questo progetto per la tecnologia Xenon. L’idea era quella di creare una colonna di luce che ricordasse la parola Kashi (l’altro nome di Varanasi). Così, 7 Leukos 7kW sono stati inseriti nel corridoio principale che collega i santuari e il fiume, nell’angolo nord-ovest del santuario. In questo modo, era quasi impossibile per le persone e le scimmie entrare e danneggiare i dispositivi. Questa posizione permette di vedere l’effetto della luce da lontano e, per risparmiare energia, la luce è stata accesa solo per 15 minuti all’inizio di ogni ora.

Spacecannon ha anche sviluppato e fornito il sistema di controllo che permette di temporizzare l’accensione con una sequenza che minimizza la corrente di spunto.